Il diamante è costituito da un reticolo cristallino di atomi di carbonio disposti secondo una struttura tetraedrica, è il “Buio trasformato in luce”.
Il suo nome deriva dal greco “l’indomabile”. Il nome sanscrito del diamante vuol dire “impenetrabile” e “saetta illuminante”; nella tradizione indiana il diamante è pakka, “maturo”.
È citato anche nella Bibbia come yahalom “che non si infrange”, ipotizzato come la lama invincibile del “k’un wu”, il coltello cinese per incidere la sacra giada, consacrato al dio Indra dell’Induismo, e a seconda del colore, associato al sistema delle caste, definito “il trono di Buddha”. Preso ad esempio da Platone come “asse del mondo”, vietato alle donne e ai plebei da un’ordinanza di San Luigi, entrato in leggende e in storie di “morti misteriose”; si supponeva che quando una persona indegna ne entrasse in possesso, la “purezza del diamante punisse con la morte”.
I diamanti sono conosciuti in India da almeno 3000 anni e sono sempre stati considerate le pietre più preziose in quanto erano utilizzati come icone religiose nell’antica India.
Il loro utilizzo come strumenti d’incisione risale ai primi secoli della storia umana; a partire dal XIX secolo, grazie al miglioramento delle tecniche di taglio e di lucidatura, della crescita dell’economia mondiale e di innovative campagne pubblicitarie di successo, la loro popolarità è aumentata. Nel 1813, Humphry Davy usò una lente per concentrare i raggi del sole su un diamante in un ambiente di ossigeno e dimostrò che l’unico prodotto della combustione era stato il biossido di carbonio, provando così che il diamante è un composto di carbonio.
Tra i diamanti più famosi vi sono: il diamante azzurro “Hope” del peso di 45 carati, conservato presso lo Smithsonian Institution di Washington; quello “verde di Dresda” del peso di 41 carati, conservato nel Grunes Gewolbe della stessa città, il “Regent” del peso di 135 carati ed il “Sancy” del peso di 55 carati già appartenuti al re Luigi XVI di Francia ed ora al Louvre. Vi sono inoltre il “Koh-i-Noor” del peso di 108 carati posto ora nella Torre di Londra ed infine il “Cullinan” del peso di 621 grammi proveniente da miniere del Sudafrica, dal quale è stato ricavato la Stella d’Africa del peso di 530 carati.
Il diamante favorisce l’innocenza, la compassione, l’intuizione, la purezza, la fedeltà, l’amore, riconcilia i coniugi e rinsalda il loro amore, aiuta a conservare il buonumore e allontana tristezza e discordie, la gemma ci aiuta ad affrontare le prove della vita e a migliorare il nostro carattere, incoraggia la libertà di pensiero e l’autorealizzazione. Si dice che il diamante restituisca l’energia che lo investe: se è amore torna amore ma se è distruttività non può certo ritornare niente di costruttivo.
I criteri necessari per stabilire bellezza, rarità e prezzo di un diamante; la loro combinazione determina il valore di un diamante.
La qualità della politura e le proporzioni del diamante rivestono la massima importanza, perché queste influiscono sullo scintillio, sulla lucentezza e sulla brillantezza della pietra. Se questi fattori si situano al di sotto della norma, la qualità del diamante sarà di livello inferiore. Il taglio rotondo o brillante è il più diffuso, ma altre forme come la marquise, la goccia, l’ovale, lo smeraldo o il cuore sono fortemente apprezzate. È il taglio a determinare la brillantezza del diamante, se la pietra verrà tagliata correttamente, la luce riflessa dalle faccette del padiglione dovrà fuoriuscire dalla parte superiore del diamante sprigionare la massima quantità di luce.
Il termine carato ha origine come unità di peso naturale, i semi del carrubo ed è proprio con queste unità naturali che venivano in passato pesati i diamanti. Fino a quanto il sistema fu unificato e ad un carato fu attribuito il peso di 0,2 grammi. Un carato viene oggi diviso in 100 punti e quindi un diamante di 25 punti corrisponde a un quarto di carato.
Questa caratteristica indica la mancanza di imperfezioni della pietra; molti diamanti infatti contengono minute tracce di carbonio non cristallizzato, quest’ultimo non è altro che l’elemento dal quale sono stati originati. Molte di queste tracce (chiamate inclusioni) non sono discernibili ad occhio nudo e hanno bisogno di essere ingrandite per diventare visibili. In ogni caso, meno inclusioni ci sono, più raro è il diamante. L’analisi viene effettuata da gemmologi esperti che utilizzano un microscopio e una lente di ingrandimento 10x. Un diamante viene definito puro quando, ingrandito 10x, non presenta alcuna inclusione interna.
I diamanti possono coprire l’intero spettro dei colori, solitamente il diamante viene immaginato come una pietra incolore, ma non si sa che effettivamente tra i diamanti quelli incolori sono molto rari e possiedono un elevatissimo valore. Il colore della maggior parte dei diamanti varia dal bianco eccezionale al giallo. Per poter determinare il colore esatto, tutti i diamanti sottoposti ad analisi sono messi a confronto con una serie di pietre campione le cui sfumature vanno dal colore “D”, al colore “Z”, la più giallastra. I diamanti esistono anche in altri colori: giallo, arancio, rosa, blu ecc. Fra queste tinte le più intense sono classificate come colori “fantasia” e registrate sul certificato analisi.
Il rubino è la più nobile varietà monocristallina dell'ossido di allumino un minerale noto come corindone; il colore rosso vivace con cui si presenta il rubino grezzo è dovuto alle inclusioni di cromo nella pietra. L'indice di qualità su cui di basa la valutazione del rubino è legato non tanto alle sue dimensioni quanto alla sua trasparenza, per questo si ritengono eccezionali i rubini limpidi che superano i 10 carati. Sempre in base alla qualità, si utilizzano varie tipologie di taglio. Le migliori gemme sono solitamente tagliate "a faccette", mentre al decrescere della trasparenza di passa alla forma di "cabochon"; questa modalità di taglio è la migliore per mettere in risalto la lucentezza della pietra.
Il nome "Rubino" deriva dalla parola latina "rubens" che significa "rosso" e simboleggia l'amore ed un forte senso di vita, che porta bellezza, protezione e fortuna. Per molto tempo, l'India è stata considerata il paese dei Rubini e la letteratura indiana contiene ricche e svariate informazioni raccolte per oltre duemila anni. Nella lingua Sanscrita infatti, il rubino è chiamato "ratnaraj", ch significa "Re delle Gemme" e ogni volta che veniva trovato un cristallo di Rubino spettacolare, l'Imperatore inviava i suoi notabili per dare alla gemma un benvenuto in grande stile.
Nell'antichità il rubino godeva dell'appellativo di "pietra del sole" o "pietra di nobiltà", poichè era simbolo di dedizione ad un ideale. Conosciuta come la gemma della regalità, incastonato negli anelli cardinalizi, si credeva che tenendo un pezzo di rubino nelle vicinanze, presto avrebbe portato molte ricchezze.
Il rubino dà slancio, efficienza, impulsività e dinamismo; porta amore, bellezza, rendendo più generoso e perseverante chi lo indossa. Potenzia la memoria e l'intuizione, conferisce potere, ispirando devozione, verità, coraggio, autostima e pace. Per questo, come nessun'altra gemma, il Rubino è il simbolo perfetto della forza dei sentimenti.
Lo smeraldo è una varietà del berillo caratterizzata da un intenso colore verde dovuto alla presenza di cromo, che allo stato puro può essere persino più pregiato del diamante. Lo smeraldo gode di buona durezza, ma la sua struttura fragile e le diverse fessure possono rendere difficoltoso il taglio, l'incastonatura e la pulizia della pietra; il taglio degli smeraldi, rappresenta sempre una sfida anche per i tagliatori più esperti, tanto che questi hanno sviluppato un taglio speciale, adattato alla pietra: il cosiddetto "taglio smeraldo".
La parola "smeraldo" deriva dal latino smaragdus, proveniente dal greco smaragdos e la sua fonte originaria è un termine semitico, izmargad oppure un termine sanscrito, marakata, che significa "smeraldo" o "verde". Esistono numerose storie d'avventura riguardanti questa splendida pietra preziosa. Nell'antichità, in Europa e in India, era associata al Messaggero degli Dei, che la nostra mitologia ha chiamato Hermes o Mercurio, che era anche il dio del sonno e del sogno - perciò dell'ispirazione divina. Persino gli antichi Inca e Aztechi del Sud America la consideravano una pietra santa. Nell'antica Roma il verde era il colore dedicato a Venere, dea dell'amore e della bellezza. Nel Buddhismo è considerato uno dei sette tesori e equiparato alla saggezza ed è anche il colore santo dell'Islam. Uno dei più grandi smeraldi del mondo è lo Smeraldo "Mogul", risalente al 1695, pesa 217,80 carati ed è alto circa 10 cm; da un lato vi sono incise delle preghiere, dall'alto vi sono scolpiti degli opulenti ornamenti floreali. Questo leggendario smeraldo fu aggiudicato da Christie a Londra per 2.2 milioni di dollari ad un anonimo acquirente.
Il verde smeraldo è il colore della vita e dell'eterno ritorno della primavera; per secoli è stato il colore della bellezza e dell'amore eterno, che coniuga l'intelligenza con il discernimento, esaltando l'amicizia e il desiderio di pace e armonia.
Lo zaffiro è una varietà nobile monocristiana dell'ossido di alluminio un minerale noto come dorindone, il cui tipico colore blu-azzurro deriva da inclusioni di ematite e dutilio.
Il nome zaffiro deriva dal termine greco sappheiros, ossia "azzurro", o dall'ebraico (sappir), ossia "la cosa più bella". Nelle antiche culture era legato a Saturno e, in quanto tale, rappresentava il cielo, gli agnelli e la magia. Santa Ildegarda lo cita nei suoi scritti dicendo che "indica il grande amore per la saggezza". Tra le gemme di dimensione eccezionale conosciute, va citato lo "Star of India", di 563 carati, conservato presso il Museo di Storia Naturale di New York. Lo zaffiro viene utilizzato per i vetri degli orologi, nell'estrazione dell'alluminio e nella costruzione dei microprocessori. I cristalli particolarmente opachi e di non elevata qualità, o i loro analoghi sintetici, vengono sfruttati come abrasivi.
È una pietra calmante, acuisce il desiderio di conoscenza dissolve la paura, la rabbia e l'odio; induce alla preghiera e alla devozione, combatte la distrazione e conferisce sobrietà mentale.